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“New York e il mistero di Napoli” Recensione di Adriano Aprà
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“Viaggio nel mondo di Gramsci”; viaggio, mondo, Gramsci. Si viaggia: come il cinema (o il video, non c'è differenza sostanziale) ama fare da sempre; il mondo: ovvero tutto, su questa terra: mondo mentale ma anche spaziale e temporale; e poi, finalmente nominato, Antonio Gramsci: a cui tutto, del film, ruota attorno |
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L’ironia e il rovescio delle cose Riflessioni su "New York e il mistero di Napoli" di Dario Fo
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Come può la creatività popolare – in tutti i Sud del mondo - diventare leva di una società più avanzata che non corra il rischio, come quella americana, di trasformare l’operaio ieri in un “gorilla ammaestrato” (come volevano il taylorismo e il fordismo), oggi nel consumatore di televisione, che appare piuttosto come un “coniglio ammaestrato”? |
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Tra logica e antropologia: l’ineffabile e l’anima in Hegel Due interpretazioni a confronto di Carla Fabiani
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Presentiamo all’attenzione dei lettori due diverse interpretazioni del noto testo hegeliano sul cominciamento logico: F. Chiereghin, Principio e inizio in Hegel, in AAVV, Hegel contemporaneo, a cura di L. Ruggiu e I. Testa, Guerini e Associati, Milano 2003, pp. 523-543 e F. Valentini, Le prime categorie della «Logica», in Id., Soluzioni hegeliane, Guerini e Associati, Milano 2001, p. 143-157. |
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Il filosofo che cura Alcune considerazioni sulla consulenza filosofica di Nicoletta Di Placido
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Se ci si accosta per la prima volta alla consulenza filosofica attraverso il libro di Lou Marinoff, l’impressione è di avere a che fare con una pratica nata per ovviare al disagio lavorativo che colpisce la maggior parte dei laureati in filosofia (evidentemente neppure gli Stati Uniti riescono a garantire un tranquillo post-lauream). A partire dal titolo – Platone è meglio del Prozac, cui fa seguito il recente Le pillole di Aristotele – il libro ha proprio tutte le caratteristiche di un’operazione commerciale: la superficialità delle argomentazioni va ben oltre la volontà di affrontare l’argomento in maniera divulgativa e, se si dà un’occhiata all’indice, si trova una sezione che Marinoff ha non casualmente chiamato Hit parade dei filosofi. |
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Per un curriculum della consulenza filosofica di Gerd B. Achenbach
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Signore e signori mi congratulo con voi per la decisione di istituire nell’Università italiana un master in “Consulenza filosofica”. Allo stesso tempo vi assicuro che so molto bene come in questo modo voi addossiate alla vostra coscienza un programma ambizioso e delicato e che alcuni di voi esitino ad assumersi la responsabilità che è immancabilmente connessa con questo passo. |
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I saperi e la formazione alla consulenza filosofica di Neri Pollastri
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Un convegno su “I saperi umani e la consulenza filosofica” è un’interessante occasione di
confronto su uno dei temi che in questi ultimi tempi mi impegna maggiormente. Per spiegarne le
ragioni, voglio premettere che, parlando di “saperi”, mi riferirò principalmente a quelli filosofici,
ma anche che, a mio parere, una rigida distinzione tra saperi filosofici e scientifici non ha ragion
d’essere... |
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La mia pratica della consulenza filosofica di Eugenie Vegleris
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La consulenza filosofica è una pratica giovane il cui zoccolo duro non è la teorizzazione di
una pratica, come è il caso della psicanalisi. Questa condizione fa, della prima, una professione non
regolamentata, che fonda il proprio contenuto e stile nel rapporto del praticante con la filosofia dei
filosofi, e con la propria esperienza di vita.
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Libertà e dignità, valori indisponibili di Francesco Saverio Trincia
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La nozione di “indisponibilità” riferita a quello che viene considerato un valore assoluto, ossia la vita biologica e spirituale, viene comunemente usata nelle controversie bioetiche che investono le questioni della nascita e della morte e della loro manipolabilità biologica, allo scopo di opporre un impedimento radicale alle opportunità offerte dalle scoperte della bioingegneria. |
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Sulla recente relazione tra ontologia e knowledge engineering* di Carlo Scognamiglio
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Questo saggio si propone di illustrare come due tradizioni di pensiero, sviluppatesi parallelamente nel corso del ventesimo secolo (fenomenologia e studi di Artificial Intelligence) hanno trovato una forma di convergenza e di “commercio” teoretico nell’ultimo decennio, per il miglioramento della relazione uomo-macchina. Lo sviluppo ontologico delle ricerche fenomenologiche ed i limiti strutturali nelle aspirazioni dell’Artificial Intelligence aprono la strada all’ontologia come tecnologia. |
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