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Mariano L. Bianca, La mente immaginale , Franco Angeli, 2009.
di Dario Cecchi

Mariano L. Bianca, professore di Filosofia teoretica e Filosofia della mente all’Università di Siena, affronta in questo volume uno dei problemi più complessi tra quelli connessi a una “teoria della mente”: la questione dell’immagine. Si tratta di una questione non facile da affrontare, dal momento che investe una serie di condizioni preliminari da definire per poter affrontare adeguatamente il problema.

L’immagine è una struttura interna alla nostra mente o il riferimento a qualcosa di esterno (un oggetto sensibile) è necessario per definire lo statuto dell’immagine? E, partendo dal presupposto che entrambi questi elementi (la struttura mentale e l’oggetto sensibile) siano necessari per definire lo statuto dell’immagine, qual è il contributo dell’uno e dell’altro elemento? Detto altrimenti, quale di questi due elementi conferisce all’immagine il suo senso?

Bianca affronta il tema in maniera analitica, producendo un vero “manuale” sull’argomento. L’impostazione del libro comporta il suo pregio-difetto, che consiste nel fatto di non esprimersi esplicitamente su alcune delle questioni che si trovano alla base della questione dell’immagine, ma di sviluppare la problematica attraverso lo svolgersi di una vera e propria “dottrina”.

Tale impostazione denota la presa di posizione di Bianca a favore della centralità del ruolo della mente nella definizione dello statuto dell’immagine. L’immagine è affrontata soprattutto intendendola come quel “termine medio” tra la percezione e la cognizione. Si noterà che si tratta, grosso modo, dell’impostazione data da Kant alla questione del cosiddetto schematismo trascendentale: una dottrina di cui si può dire che ha rivoluzionato il nostro modo di intendere il soggetto moderno.

Nel Novecento le posizioni di Kant sullo schematismo sono state sottoposte a profonde revisioni ed interpretazione che miravano a trovare in questo luogo la chiave per comprendere la sua filosofia: basti pensare all’interpretazione heideggeriana di Kant e al dibattito che ne scaturì a Davos tra Cassirer e lo stesso Heidegger. Più di recente si è tentato di vedere nello schematismo una dottrina in continua evoluzione nell’architettura della filosofia critica, pronta ad accogliere sotto questa etichetta non solo nuovi materiali ma un modo più ampio e complesso di intendere le operazioni dell’immaginazione: penso in particolare alla proposta di Garroni di vedere nella terza Critica il tentativo di elaborare una dottrina del “libero schematismo”.

Bianca fa riferimento a Kant, come a molti altri “classici” della filosofia moderna. Appare tuttavia chiaro che l’impostazione kantiana – l’idea che lo schema-immagine costituisca un terzo tra percezione e cognizione – è assunta nella Mente immaginale. Coerentemente con la sua impostazione cognitiva, Bianca elabora l’originale nozione di “immaginale”. Questa nozione si propone come una sorta di “trascendentale” dell’immagine: d’altronde una posizione differente assegnerebbe di nuovo il potere di conferire senso alle immagini empiricamente intese, dotate del potere di imprimere il proprio significato (ed il senso di che cos’è un’immagine in genere) sulla matrice neutra della mente umana.

L’“immaginale” interviene perciò come un modulatore, che previene le tesi di Bianca da qualsiasi caduta nel realismo ingenuo (empirico o idealista). Non potrebbe essere altrimenti: le molteplici funzioni che Bianca assegna alle immagini (memoria, organizzazione della percezione, ideazione di realtà inesistenti che consideriamo “come se” lo fossero) comportano necessariamente che esista una qualche regola dell’uso dell’immagine in genere.

Il volume di Bianca si presenta come un approfondimento veramente denso della problematica: ci auguriamo che l’Autore possa presto dare alle stampe un volume in cui presenterà le sue tesi in modo più agile, in modo da permettere un accesso a queste anche ad un pubblico meno informato e preparato, ma egualmente interessato a queste problematiche, che ormai, grazie alle nuove tecnologie che sembrano poter realizzare il sogno di un’intelligenza artificiale, sta invadendo lo spazio dell’informazione.

PUBBLICATO IL : 13-05-2011

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