www.giornaledifilosofia.net

Jonas Hans
di Paolo Piccolella

Hans Jonas nasce il 10 Maggio 1903 a Mönchengladbach (Germania) da una famiglia ebraica di fabbricanti tessili. La città, soprannominata la “Manchester renana”, vede crescere il giovane Hans in un clima caratterizzato da una scarsa presenza della cultura ebraica e dalla prevalenza della cultura politica di un certo “cattolicesimo sociale”, che si riconosce nella corrente di sinistra dello Zentrum cattolico, area che influenzerà l’orientamento politico del giovane Jonas negli anni della Repubblica di Weimar. Caso isolato nella sua famiglia, e non condiviso nella sua scelta, il giovane Hans entra a far parte di un piccolo gruppo sionista, peraltro poco rappresentativo degli umori della sua città. Dopo un periodo di apprendistato come agricoltore, attività che avrebbe voluto intraprendere una volta giunto in Palestina, decide di studiare filosofia. Nel semestre invernale 1921 si inscrive all’Università di Friburgo, dove segue con interesse le lezioni di Edmund Husserl e il seminario del “privatdozent” Martin Heidegger. Trascorre poi tre semestri a Berlino dove può dedicarsi agli studi di religione, in particolare alla tradizione ebraica presso la Accademia Berlinese di Scienze Giudaiche, e seguire le lezioni dello psicologo Franz Spranger e quelle dello storico Ernst Troeltsch. Tornato per breve tempo a Friburgo si rende conto che il luogo ideale dove perfezionare i propri studi filosofici, con interessi nel campo teologico e religioso, è Marburgo. Qui segue le lezioni di Heidegger, già professore, e del teologo protestante Rudolf Bultmann. Presso i due, in particolare seguito da Bultmann, compirà il suo dottorato parzialmente pubblicato con il titolo Der Begriff der Gnosis  ( “Il concetto di Gnosi “, 1928 ) . Del 1930 è il primo testo significativo pubblicato e sostenuto oltre che da Bultmann da Karl Jaspers: Augustin und das paulinische Freiheitsproblem ( “Agostino e il problema paolino della libertà” ) .

Il 1933, anno dell’ascesa del nazionalsocialismo, vede Jonas costretto dagli eventi all’emigrazione. La meta prescelta  già da molto tempo è la Palestina. Da qui, arruolatosi nella Brigata Ebraica dell’esercito britannico, parte per combattere contro il regime del  proprio paese di origine. Dal 1939 al 1945 combatte in Italia contro il nazifascismo e rimette piede sul suolo tedesco per rimanervi il tempo necessario per rivedere Bultmann e Jaspers, ma non Heidegger, la cui adesione al nazismo gli farà preferire l’interruzione di ogni rapporto.
Dopo un breve periodo in Palestina (1946-1948), negli anni di fondazione dello Stato di Israele, Jonas insegna all’Università Ebraica di Gerusalemme a al British Council School of Higher Studies.
Comprendendo le difficoltà di una duratura pace in Medio Oriente, divenuto parzialmente critico nei confronti delle modalità di fondazione dello stato ebraico e, come racconta in una autobiografia “stanco di combattere”, accetta l’invito alla McGill University di Montreal in Canada, dove si reca con la moglie Annelore.
L’attività di insegnamento e di ricerca lo vede poi dal 1950 al 1955 alla Carleton University di
Ottawa e finalmente professore alla famosa New School for  Social Research di New York, dove trovano possibilità di ricerca altri intellettuali e filosofi scampati al nazismo, tra cui “l’amica di un intera vita” Hanna Arendt. Negli Stati Uniti Jonas pubblica la maggior parte dei suoi lavori e svolge la sua attività di ricerca fino alla morte, avvenuta a New York il 5 febbraio del 1993.
Il percorso intellettuale e filosofico di Hans Jonas si articola in  tre fasi, corrispondenti a tre aree di interesse filosofico distinte: la prima è la fase degli studi sulla religione e sul valore che questa assume, in particolare attraverso l’ebraismo e il cristianesimo, nella formazione della tradizione filosofica moderna . Ma in  questo periodo, che va dagli anni Venti alla seconda guerra mondiale, Jonas si segnala come principale storico della religione gnostica. Dopo la già citata dissertazione di dottorato su Agostino e Paolo, il filosofo tedesco pubblicherà i due grandi volumi dedicati al fenomeno gnostico dal titolo Gnosis und spätantiker Geist ( Gnosi e spirito della tarda antichità, I Vol. 1934; II Vol. 1954). L’opera non ha soltanto un indubbio valore innovativo dal punto di vista  storico-filologico, ma interpreta questo importante fenomeno con gli occhi del filosofo cresciuto a stretto contatto con il metodo demitologizzante bultmanniano e  con la filosofia heideggeriana.
A partire dal secondo dopoguerra, ormai trasferitosi definitivamente in America, Jonas sviluppa le sue ricerche in direzione di una filosofia della biologia, che affronti il problema irrisolto del rapporto corpo-spirito all’interno del mondo naturale. La proposta filosofica di una filosofia della natura che comprenda al suo interno una teleologia immanente e un concetto di libertà applicabile a diversi livelli a tutto il mondo vivente, si concretizza nell’opera The Phenomenon of Life (1966).
Anche gli altri studi degli anni sessanta  affrontano il tema di una certa comprensione della natura sottintendendola come un’espressione di continua autofinalizzazione  dell’organismo vivente e al tempo stesso come capacità del sistema di trascendere la sfera del singolo.

La terza fase del pensiero jonasiano, quella invero per cui è divenuto più famoso, coincide con la riflessione sull’etica per l’odierna  civiltà  ad alto indice tecnologico, che trova espressione nella sua opera  principale, Il principio responsabilità  (1979).
Facendo ricorso anche ad una aggiornata riformulazione dell’imperativo categorico kantiano, Jonas propone una fondazione dell’etica basata fondamentalmente sulla necessaria autolimitazione dei poteri trasformativi dell’uomo, portatori di esiti distruttivi nei confronti della natura. Partendo da un serrato confronto critico nei confronti della tradizione baconiano-marxista e utopistica (Ernst Bloch), Jonas elabora un’etica fondata sul riconoscimento necessario della naturale caratteristica umana di “essere responsabile di altri”, tanto degli altri esseri umani quanto di tutti i viventi. Viene ribadita, in forma più ampia rispetto alla fase precedente, la necessità di fondare l’etica su un fondamento ontologico, costituito dalla natura stessa avente di per sé caratteri di autofinalità e portatrice in sé di valori assiomaticamente fondati. Le implicazioni bioetiche di tali assunti generali vengono discusse in modo più esplicito in Tecnica, medicina ed etica (1985), che ha fatto entrare in modo diretto Jonas nell’ampio dibattito su eutanasia, manipolazioni genetiche, rapporto della prassi medica con l’etica e la vita umana.
Pur continuando a occuparsi di questioni etiche e pratiche, l’anziano Jonas degli anni ottanta, si interroga anche su questioni di tipo teologico e metafisico. È del 1987 un altro testo assai famoso, Il concetto di Dio dopo Auschwitz, che sembra tornare agli originali interessi religiosi del giovane Jonas. In realtà si tratta di una problematica teologica legata al tema del male e alla sua manifestazione concreta nei campi di sterminio nazista. La proposta teologica ivi contenuta non pretende una risoluzione del problema della teodicea, ma apre la strada ad un concetto di Dio che rinuncia alla propria onnipotenza a favore dell’agire libero e responsabile dell’uomo. Gli ultimi testi elaborati dal filosofo tedesco come   Materie, Geist und Schöpfung  (1988), Philosophische Untersuchungen und metaphysische Vermutungen (1992), e Dem bösen Ende näher (1993) coniugano  riflessioni di carattere cosmologico, implicanti la riproposizione di temi metafisici, (consapevolmente in controtendenza rispetto ai  tempi), con riflessioni sui pericoli di una estinzione quasi apocalittica dell’umanità e sulla  distruzione della natura causata dalla mancata assunzione da parte del genere umano della propria responsabilità  verso il cosmo.  L’ultima sfida  tentata da Jonas sembra proprio quella di far riflettere sulla possibilità di fondare una prassi umana eco-cosmologica responsabile su un assunto ontologico radicalmente rinnovato e che permetta una difesa della vita in ogni sua forma.
 
Opere

Non esiste ancora una edizione completa delle opere di Jonas. I volumi sono tutti pubblicati singolarmente presso Suhrkamp ( Frankfurt) e  Vandenhoek and Ruprecht (Göttingen ). Le edizioni originali degli scritti in inglese sono pubblicate dalla University of Chicago Press.
Qui di seguito riportiamo l’elenco cronologico.

Der Begriff der Gnosis- 1930
Augustin und das paulinische ´Freiheitsproblem- 1930
Gnosis und spätantiker Geist: erster Band 1934 ( Die mythologische Gnosis); zweiter Band 1954 (Von der Mythologie zur mystischen Philosophie )
The gnostic Religion 1958
Zwischen Nichts und Ewigkeit 1963
The Phenomenon of Life: towarda philosophical Biology 1966
Wandel und Bestand. Vom Grunde der Verstehbarkeit des Geschichtlichen  1970
Organismus und Freiheit 1973 ( edizione tedesca di The Phenomenon of Life )
From ancient Creed to technological Man. 1974
On faith, reason and reponsibility. six Essays. 1978
Das Prinzip Verantwortung.Versuch einer Ethik für die techologische Zivilisation. 1979
Macht oder Ohnmacht der Subjektivität? Das Leib-Seele-Problem im Vorfeld des Prinzips Verantwortung. 1981
Technik, Medizin und Ethik 1985
Der Gottesbegriff nach Auschwitz 1987
Wissenschaft als persönliches Erlebnis 1987
Materie, geist und Schöpfung 1988
Erkenntnis und Verantwortung 1991
Philosophische Untersuchungen und metaphysische Vermutungen 1992
Dem bösen Ende näher 1993
Philosophie: Rückschau und Vorschau am Ende des Jahrhunderts 1993

PUBBLICATO IL : 01-11-2005

Giornaledifilosofia.net è una rivista elettronica, registrazione n° ISSN 1827-5834. Il copyright degli articoli è libero. Chiunque può riprodurli. Unica condizione: mettere in evidenza che il testo riprodotto è tratto da www.giornaledifilosofia.net.

Condizioni per riprodurre i materiali --> Tutti i materiali, i dati e le informazioni pubblicati all'interno di questo sito web sono "no copyright", nel senso che possono essere riprodotti, modificati, distribuiti, trasmessi, ripubblicati o in altro modo utilizzati, in tutto o in parte, senza il preventivo consenso di Giornaledifilosofia.net, a condizione che tali utilizzazioni avvengano per finalità di uso personale, studio, ricerca o comunque non commerciali e che sia citata la fonte attraverso la seguente dicitura, impressa in caratteri ben visibili: "www.giornaledifilosofia.net". Ove i materiali, dati o informazioni siano utilizzati in forma digitale, la citazione della fonte dovrà essere effettuata in modo da consentire un collegamento ipertestuale (link) alla home page www.giornaledifilosofia.net o alla pagina dalla quale i materiali, dati o informazioni sono tratti. In ogni caso, dell'avvenuta riproduzione, in forma analogica o digitale, dei materiali tratti da www.giornaledifilosofia.net dovrà essere data tempestiva comunicazione al seguente indirizzo (redazione@giornaledifilosofia.net), allegando, laddove possibile, copia elettronica dell'articolo in cui i materiali sono stati riprodotti.