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Antonio Labriola, il Museo d'istruzione e di educazione e la scuola secondaria a Roma
Con tre lettere inedite di Antonio Labriola
di Nicola Siciliani de Cumis

Sommario: L’articolo prende in esame tre testi pedagogici - ora a stampa -, che si collocano, i primi due, immediatamente a monte della presa di servizio di Labriola come direttore del Museo d’istruzione e di educazione (1877); e il terzo, già nel clima delle risonanti iniziative per la riforma delle “Lauree in filosofia” e della parallela, impegnativa riflessione su I problemi della filosofia della storia (1887), nonché di scelte politiche in senso sempre più progressista e radicale, all’indomani del non riuscito tentativo di Labriola di esporsi in prima persona nel Collegio di Perugia, in occasione delle elezioni generali del 1886. Testi “tecnici”, da situare pertanto nel quadro della complessiva esperienza biografica, filosofica, pedagogica, didattica dell’autore. E tuttavia da collegare organicamente alla prospettiva di una politica culturale e politica tout court, che viene a spianare in Labriola la strada a dimensioni ideali e ideologiche di ben altro segno, rispetto a quelle “rivoluzionarie” in senso soltanto “risorgimentale”, “liberale” e “moderato” degli anni precedenti
Indice: p. 2: Premessa/ pp. 4-6: Testi labriolani/ p. 6: Per una visione d’insieme/ p. 8: La “pedagogia” e la “didattica” dei Saggi/ p. 10: Il senso della prospettiva
Prima pagina:

 L’Antonio Labriola, di cui qui appresso si propongono tre testi inediti d’argomento didattico in ambito scolastico romano, è lo stesso Labriola professore alla “Sapienza” dal 1874 al 1904, direttore con alterne vicende del Museo di istruzione e di educazione, ed autore, dal 1895 in poi, degli importanti Saggi sul materialismo storico…  È il Labriola “docente di docenti”, che viene operando tra l’altro come “ispettore didattico”, nell’Italia degli “insegnamenti della storia”, tra il 1876-1877 (caduta della Destra storica, avvento della Sinistra Depretis)  e il 1887 (primo Governo  Crispi).
   Tre testi pedagogici quindi - questi ora a stampa -, che si collocano, i primi due, immediatamente a monte della presa di servizio di Labriola come direttore  del suddetto Museo  (1877); e il terzo, già nel clima delle risonanti iniziative per la riforma delle “Lauree in filosofia” e della parallela, impegnativa riflessione su I problemi della filosofia della storia (1887), nonché di scelte politiche in senso sempre più progressista e radicale, all’indomani del non riuscito tentativo di Labriola di esporsi in prima persona nel Collegio di Perugia, in occasione delle elezioni generali del 1886.

   Testi “tecnici”, da situare pertanto nel quadro della complessiva esperienza biografica, filosofica, pedagogica, didattica dell’autore. E tuttavia da collegare organicamente alla prospettiva di una politica culturale e politica tout court, che viene a spianare in Labriola la strada a dimensioni ideali e ideologiche di ben altro segno, rispetto a quelle “rivoluzionarie” in senso soltanto “risorgimentale”, “liberale” e “moderato” degli anni precedenti: di qui il significato proprio e nuovo di  una sempre più estesa pratica pedagogica all’università, dell’intensa attività di formazione degli insegnanti, di lungimiranti corsi di lezioni nella “Scuola di magistero” della Facoltà di Filosofia e Lettere, di coerenti  sintesi valutative dell’effettiva capacità tecnica di chi opera o si prepara ad operare didatticamente nella scuola. 
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PUBBLICATO IL : 13-04-2010
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