recensioni, segnalazioni, novita editoriali recensioni, segnalazioni, novita editoriali e-book, testi e classici dalla rete dizionario dei filosofi seminari, presentazioni,  convegni
by google
www giornale di filosofia

 

Il problema dell'impressione nella ricerca filosofica del giovane Croce
di Carlo Scognamiglio

Sommario: Nel processo di definizione della Filosofia dello Spirito di Benedetto Croce, il principale nodo teoretico da dirimere per realizzare un effettivo passaggio dalle posizioni realiste, ancora radicate nella prima Estetica, a un maturo idealismo, è costituito dalla problematica relazione spirito-natura, affrontata a più riprese attraverso la progressiva eliminazione di un essere esterno allo spirito umano, e di una conoscenza intesa come separabile dal proprio oggetto. All’interno di un frenetico sviluppo speculativo della produzione del filosofo di Pescasseroli, l’antecedente dell’espressione muta radicalmente natura, passando da un’indefinita passività dell’organismo ad attività pratica, da impressione a sentimento. E’ tuttavia in quel testo preparatorio della grande Estetica, intitolato Tesi fondamentali di un’estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale (1900), che la questione si pone al centro di un complesso ragionamento, certamente emblematico della complessa costituzione di un idealismo nel suo tentativo di emanciparsi da una concezione fondamentalmente positivistica.
Prima pagina: Il difetto di “realismo” o di “dualismo” attribuito alla filosofia del giovane Croce da numerosi interpreti e riconosciuto dallo stesso Croce negli anni a seguire, va fatto risalire probabilmente a un’incerta e discutibile concezione della relazione tra forma e contenuto nell’opera d’arte, e precisamente nella sovrapposizione del contenuto alla realtà, intesa come realtà data, a sua volta contrapposta alla forma, anch’essa reale, ma come realtà spirituale. Nella problematizzazione di questo punto, sorta in occasione delle memorie sul Gröber , attraverso la definizione dell’antecedente del fatto estetico come quid inqualificabile, pre-espressivo ma spirituale, la destinazione del contenuto rimane interna ad un orizzonte realista, dal momento che il quid, in quanto fondo oscuro, continuo ed indistinto dell’attività spirituale, si presenta, nonostante la sua “interiorità” al soggetto, con caratteristiche proprie, opposte a quest’ultimo. In questo senso l’attribuzione di “realismo” alla filosofia crociana deriva dal riconoscimento di “autonomia” che essa in qualche modo finisce per concedere al contenuto dell’atto estetico; tra contenuto e forma Croce stringe infatti un legame, ossia una relazione (sia pure una relazione parte-tutto), i cui termini sono tra loro distinti, essendo l’uno “interno” all’altro, ed ognuno di essi è pensato sempre in relazione con l’altro, ma anche separatamente dall’altro, altrimenti tra i due non vi sarebbe alcuna distinzione, né relazione.
Continua la lettura scaricando il testo in formato PDF
PUBBLICATO IL : 05-06-2006
@ SCRIVI A Carlo Scognamiglio